La trippa della Vipera
La via Büfa ( via Boffalora per
la toponomastica) era un mondo particolare nella Sondrio degli anni ’50. Lì
vivevano o stazionavano delle macchiette, dei personaggi alla Piero Chiara,
quelli descritti nei suoi racconti ambientati sul lago di Luino.
Di fronte al cancello di casa
nostra c’era la “Locanda Primavera”, con alloggio in alcune camere all’ultimo
piano, nel sottotetto insomma.
Il nome della locanda in sé era
invitante, dava l’idea di freschezza, di profumi fioriti, di solarità, ma
quando si entrava, beh…luce ce n’era ed illuminava un bancone su cui
troneggiava la “Cimbali”, la macchina del caffé espresso, ed alcuni
tavolini piuttosto malmessi, con
tovaglia a fiorellini sdrucita.
Si veniva accolti da un sonoro:
- Bündì!!
pronunciato con accento imperioso
e autorevole da una bocca rosso fuoco.
Era la proprietaria: una morettona che quei buontemponi dei miei zii
avevano soprannominato la “ Vipera”, per i suoi modi molto “gentili”. Vicino a lei c’era il marito, detto “ El
vecio rembambìi”, molto servizievole e taciturno, e come aiutante avevano una
ragazzona con un petto molto prosperoso: la “ Vott liter” ( 8 litri ), insomma… 4 litri per parte. Quando
saliva all’ultimo piano per rifar le camere, si sporgeva a sbattere coperte e
lenzuola cantando a squarciagola e c’era sempre qualcuno sotto che le diceva:
-
Sta indrèe che i tétt i te tiren giö bass!
Lei rispondeva con una risata.
Un venerdì si presenta un signore
abbastanza distinto e si siede a un tavolo per mangiare. Ossequiosa arriva la Vipera :
-
Oggi è sabato abbiamo trippa.
-
Ottimo, me la porti!
Lui inizia a mangiare con voglia,
ma dopo due cucchiaiate…. orrore!!! Tira su dalla fondina uno straccio
sfilacciato, impregnato di sugo della trippa.
-
Signorinaaaaa!!! – urla schifato – guardi qui
cos’ho trovato!
Accorre la Vipera :
-
Se gh’è? Cossa el succéd?
-
Uno straccio!!! Una straccio nella trippa!!!
-
Ma lǜ…cünt quel ch’el paga cosa el pretendeva de
trüà? Un fular de seda?!
E’ un fatto veramente accaduto,
ve l’assicuro non è una barzelletta anche se, come la raccontavano i miei zii
che avevano assistito alla scena, poteva sembrarlo.
Ho visto tante di quelle volte
cucinare la trippa in casa dei miei nonni, senza straccio neh?! Ed ho imparato
anch’io a prepararla, non in minestra come la cucinano qui a Chiavenna, ma in
umido con i fagioli bianchi di Spagna, alla milanese. Penso che per questa
preparazione abbia preso il sopravvento l’origine monzese e la tradizione
brianzola di mia nonna Maria: come sono
belle queste infiltrazioni gastronomiche tra le cucine tradizionali!
Questa è la ricetta di casa mia
Trippa con i bianchi di Spagna
Ingredienti: