Quanta storia attorno
ad un semplice utensile da cucina che ci arriva dalla notte dei tempi.
Attorno a questa pentola pesante, resistente e fragile allo stesso
tempo.
Resistente come la
fibra montanara dei lavegiàt, dei cavatori di pietra ollare, ma fragile come
possono essere fragili e delicati i
sentimenti, basta un urto, uno sbalzo e si rovina per sempre.
Una storia vecchia di
secoli, anzi, se pensiamo alla formazione della pietra ollare, è una storia che
risale a milioni di anni fa.
Durante il Giurassico
medio, circa 180 milioni di anni fa, le vicende geologiche portarono
all’apertura di un “piccolo” braccio oceanico, chiamato dai geologi Oceano Ligure
- piemontese, che separò la massa continentale africana da quella europea. Il fondo
era formato da croste di silicato di ferro e magnesio , materiali che uscivano
continuamente come magma da una frattura mediana.
A partire dal
Cretaceo, 120 milioni di anni fa, le placche europea ed africana si
avvicinarono viepiù sino ad arrivare
alla collisione: la placca europea finì sotto alla placca africana.
Tutto quello che era
frapposto tra i 2 continenti venne schiacciato, parte finì in profondità e
parte venne sollevato sulle piattaforme continentali decretando la fine dell’Oceano
Ligure Piemontese e la nascita delle Alpi.
Nel Terziario, 30
milioni di anni fa, tra le falde rocciose Tambò e altre si infilarono delle
rocce del fondo dell’Oceano.