Da alcuni anni collaboro al mensile "La Voce della Valchiavenna" con brevi articoli riguardanti la cucina
Il lago Azzurro a Motta
Foto: Guido Zuccoli
Bambini ritorna Natale
“Regem venturum Dominum, venite adoremus”
Imbacuccata con
berretto e cappottino arrivavo di corsa alla chiesa di San Gervasio e Protasio.
Dalla porticina
laterale mi infilavo nel primo banco, quello dei piccoli, sorridevo alle mie amichette
e non vedevo l’ora di cominciare a cantare.
“Regem venturum Dominum, venite adoremus”
Non capivo bene il
significato delle parole, cantavo con partecipazione, con allegria, cantavo
tutto, anche le pastorali alla fine della Novena.
“Regem venturum Dominum, venite adoremus”
Per la verità
cantavamo anche a casa, Tu scendi dalle stelle…Astro
del ciel… In notte placida…
Nella grande cucina
calda dei nonni accompagnavamo con questi canti il borbottio del brasato che
coceva sulla stufa.
Era la base per il
ripieno dei ravioli : brasato e canti.
Mai ravioli son più
stati così buoni.
Erano la specialità
di mio nonno Guelmìn, si preparavano in quantità industriale perché si
regalavano ai parenti di Monza che ogni anno li aspettavano golosamente.
Questo era il regalo
di Natale negli anni ’50.
Non c’era da
scervellarsi su: “ Cosa posso regalare…” i regali allora erano tutti o quasi
mangerecci.
Noi bambini avevamo
mandarini, arance, frutta secca, caramelle, torroncini, un libro o al massimo
una bambola in porcellana.
Povera bambola…
muoveva solo gli occhi, non si poteva pettinare, non si poteva svestire, nelle
mie mani durava poco tempo tutta intera: chissà come, perdeva ora un braccio
ora una gamba e tutta scarmigliata e scollata finiva in un angolo.
“Regem venturum Dominum, venite adoremus”
Lo cantavamo tutti
davanti al grande presepio che il nonno allestiva nella “stüa” sopra a un
grande tavolone portato dalla cereria.
Era un presepe
alpino: muschio in abbondanza, montagne, ruscello e laghetto con l’acqua vera,
il falò con il pastore che girava la polenta, il mulino, la guardiana delle
oche, il dormiglione e tutto attorno rami di pino e alloro ai quali il nonno
appendeva caramelle e mandarini, un antesignano del futuro albero di Natale.
Dopo i primi giorni
rimanevano a penzolare dai rami bassi solo i mandarini, le caramelle erano
troppo a portata delle mie mani per salvarsi.
Mi nascondevo sotto
ai drappeggi del presepio, era un nascondiglio ideale molto riparato, ogni
tanto allungavo una mano, staccavo una caramella e me la gustavo al buio e al
caldo.
Una volta mi sono
anche addormentata, mi cercavano dappertutto,mi ha trovato il nonno che poverino, si è sentito sgridare dalla nonna:
-
L’ ha mangiàa tuti i caramei al liquore, t’avevi dì de mét sü quelle
alla frutta.
“Regem venturum Dominum, venite adoremus”
Ultima sera della
Novena, ultimi canti, ultimi auguri sul sagrato della chiesa e poi di corsa a
casa. Bisognava ultimare i preparativi per il pranzo di Natale: fare la
gelatina per il patè, mettere a bagno lo zampone e il “vaniglia” che mandava lo
zio Giüli da Monza, preparare la salsa verde, cucinare lenticchie stufate e
crauti.
Il giorno di Natale
ci si riuniva tutti, attorno a quel tavolone allungato nella “stüa” c’erano
tutti gli zii con i figli e prima di sedersi
a tavola davanti al presepio si alzavo un canto.
Voci maschie e
possenti assieme a vocette acute di bimbe che cantavano la “nostra” canzone di
Natale, quella che la nonna aveva insegnato ai suoi alunni prima, poi ai sei
figli ed ai nipoti.
“Bambini ritorna
Natale
Sui campi di neve e
di gelo
E gli angioli belli
sull’ale
Discendono a
schiere dal cielo.
Discendono sulla
capanna
Là dove riposa Gesù
E cantano Gloria ed
Osanna
Sì come quel tempo
che fu!”
Proverò
a rifare questo pranzo di Natale degli anni ’50.
Mancheranno
quasi tutte le persone, ma i ricordi no.
Volete
provare anche voi?
Vi
racconto il mio menù.
Aperitivo:
Flut di spumante Brut con stuzzichini
Antipasto:
Tris di paté con pere e cachi accompagnato da Pain Brioche
Patè
di vitello( quello a triangolo), Patè tartufato (la quenelle), Patè di fegatini
e fegato di vitello in gelatina
Pain Brioche
500 gr di farina 00 (oppure 250g di farina di Manitoba e 250g farina 0)
25 gr di lievito di birra
3 uova intere + 1 rosso
20 gr di zucchero
100 gr di burro
100 gr di latte
7 gr di sale
Procedimento:
Unire lo zucchero alla farina , sciogliere il lievito nel latte amalgamare il
tutto con le uova il sale e il burro a piccoli pezzi, una volta incorporato il
tutto lasciare lievitare per circa un ora, finche avrà raddoppiato il suo
volume. ( puoi preparare l’impasto e tenere in frigo per una notte, risulterà
migliore)
Rimpastare di nuovo e dare la forma a piacere spennellare con uovo battuto
intero e coprire con semi di papavero o di sesamo.
Lasciare lievitare, per il tempo necessario , circa 1 ora.
Cuocere in forno a 180° per 25 minuti.
Quando sentiremo il profumo sarà cotto .
Io a Natale uso le forme a stella cometa o ad albero.
Puoi dividerlo in panini e in ciascuno mettere o del formaggio, uvetta, pinoli
, oliva ecc.
Prepari del burro fuso e bagni ogni panino nel burro e lo appoggi nello stampo
a cerniera,naturalmente imburrato. Devi spennellare con uovo intero battuto e
puoi mettere sopra dei semi di sesamo o papavero o cumino Per fare la treccia a
corona , dividi in tre e fai la treccia, puoi farcire a piacere e poi dare la
forma tonda e guarnisci a tavola con del pungitopo.
Per capodanno puoi farcire i panini con del cotechino e fare dei piccoli
croissant.
Paté di fegato e fegatini
600 gr. di fegato di vitello - 300 gr. di fegatini di pollo - 50 gr. di burro per cuocere + metà peso del
passato – salvia, rosmarino, timo - 1/2 bicchiere di vino bianco - 1
bicchierino di cognac – gelatina in fogli e brodo aromatizzato al cognac
Stufare il fegato e i fegatini tagliati
a fettine e cuocere per alcuni minuti con alcune foglie di salvia, un rametto
di rosmarino e un pochino di timo , aggiustare di sale e pepe, unire il vino
bianco, far evaporare.
Passare
al setaccio, pesare il fegato passato e unire del burro tanto quanto la metà
del peso del passato.
Aggiungere
il cognac e frullare nel mixer. Mettere il paté negli stampi, gelatinare e
porre in frigo per qualche ora.
Servire
con crostini caldi di pain brioche e con spicchi di frutta, con fette di cachi e pera kaiser è
strepitoso.
Accompagnarlo
con un bel Souternes, un muffato, un
passito o un Gewurtztraminer molto aromatico.
Paté di fegato di vitello di Massimo
1kg.
di fegato di vitello - 600 gr. di fesa di vitello - 400 gr. di burro - 100 gr.
di burro – 1/2 bicchieri di Marsala- 1 bicchierino di Cognac - 4 foglia
d'alloro - 1 cipolla – 4 scalogni - sale e pepe – Un vasetto di crema di
tartufi bianchi
Rosolare in
due padelle mezza cipolla e due scalogni tritati in una noce di burro,
aggiungere in una il fegato di vitello tagliato a fettine, due foglie d’alloro
e cuocere per 2'; aggiustare di sale e pepe, sfumare con il marsala due o tre
volte finché non raggiunge un bel color marroncino.
Nell’altra
padella, rosolare per pochi minuti la fesa di vitello tagliata a dadi (così
resta un pochino rosa all’interno) con le foglie d'alloro, aggiustare di sale e
pepe e sfumare più volte con il marsala.
Passare
il fegato al tritacarne, poi passare la polpa di vitello, unirli e tritarli
insieme un’altra volta.
Montare
il burro a crema, salarlo, unirlo alla passato, aggiungere il Marsala e il
Cognac a piacimento e assaggiando aggiustare di sale e pepe.
Per
fare il paté tartufato amalgamare ad un terzo del preparato il
vasetto di crema di tartufi bianchi.
Imburrare
delle forme, versarvi il paté e porre in frigo per qualche ora. Servire con
crostini di pain brioche.
Primi:
Ravioli con ristretto di brasato
Brasato al sassella nel lavèc
2 carote
2 costole di sedano
1 cipolla
1 foglia di alloro
qualche chiodo di garofano
1 spicchio d'aglio
1 rametto di rosmarino
un pezzetto di cannella
un paio di rametti di timo
1 hg di burro
1 cucchiaio di salsina di pomodoro
1 bottiglia di Sassella
brodo
olio - sale – pepe
II giorno precedente la preparazione portare all'ebollizione una
bottiglia di Sassella e farlo
raffreddare. Questo serve a togliere quel po’ di acidità che il vino lascia all'intingolo.
Ricoprire la carne con il Sassella, unirvi le carote, il sedano e
la cipolla a pezzetti, aromatizzare con il rosmarino, i chiodi di garofano,
il timo, l'aglio, il lauro e la cannella e lasciarla marinare per tutta la
notte.
Il giorno seguente sgocciolare la carne,
metterla in una casseruola con qualche cucchiaio di olio, farla rosolare a
fiamma vivace per qualche minuto, unire la marinata con tutte le verdure e
lasciar restringere un poco il liquido; aggiungere la salsa di pomodoro diluita
in poco brodo, condire con sale e pepe, coprire il recipiente e far cuocere, a
fuoco lentissimo, per almeno 2 ore e ½
bagnando, di tanto in tanto, se necessario, con un po' di brodo.
A cottura ultimata passare al macina-carne e tenere a parte un
po’ di macinato per restringere il sugo passato al passaverdura. Al macinato
aggiungere, parmigiano, uova ed un trito (poco) di rosmarino fresco ed alloro.
Fare la sfoglia classica (1 uovo = 1 hg. di farina). Non ho
usato lo stampo per ravioli, ma li ho fatti a mano.
Raviolini di carne in brodo di cappone
Cappone ripieno bollito
Un cappone di circa 1,2 kg .
200
gr. di polpa di vitello
50
gr. di prosciutto
20
gr. di burro
100
gr. di parmigiano-reggiano
Due
cucchiai di pane grattugiato
Due
uova
Un
tartufo( se piace e se c'è )
Una
manciata di prezzemolo
Una
cipolla, una carota, una costa di sedano
Sale
e pepe q.b.
Fiammeggiate, lavate, pulite e asciugate bene anche all'interno il cappone.
Se
volete potete disossarlo, io l’ho fatto in un modo poco ortodosso, lo so…mio
zio toglieva la carcassa senza tagliarlo, io invece ho inciso il petto ed ho
scalzato tutta la carne dalle ossa con un coltello sfilettatore, senza togliere
le ossa delle cosce così sta un po’ in
forma.
Preparate un ripieno abbastanza consistente, mescolando a lungo in una terrina
la polpa di vitello macinata, il prosciutto, il burro, il pane e il
parmigiano-reggiano grattugiati, il tartufo fatto a dadini, il prezzemolo
tritato, l'uovo sbattuto, il sale e il pepe.
Lasciate riposare per 30 minuti in frigorifero e poi, attraverso un taglio
praticato nel ventre, infilatelo nel cappone. Ricucite la pelle e adagiate il
cappone in una pentola con abbondante acqua bollente, salata e aromatizzata
dalle verdure tagliate a pezzi. Fate cuocere per circa due ore.Usate il brodo
leggermente sgrassato ma ancora di quel bel color giallo, per far cuocere i
raviolini.
Secondo:
Bollito misto con salse e lenticchie di Castelluccio stufate
Partendo da sinistra: una fetta di “boccia di Cremona”, una di “Codegotto di Modena”, salsa di cren, una fetta di scamone bollito con salsa verde, una fetta di cappone bollito, salsa dell’amore, una fetta di ripieno del cappone, salsa stuzzicante, lenticchie stufate e mezzo limone di Mostarda di Cremona
Zampone e boccia di Cremona
Bollito misto
Mentre
cuoce il cappone in altre pentole bollono un codone ed un geretto di manzo, un
pezzo di testina e di biancostato di vitello, una gallina, una lingua
salmistrata, un codegotto di Modena e nella zamponiera lo zampone.
Il
bollito è migliore se si uniscono carni grasse e magre di manzo, di vitello e
di gallina.
Si
porta ad ebollizione in una pentola capace dell’acqua poco salata con le
verdure e le erbe aromatiche (una cipolla steccata con chiodi di garofano, una
carota, una costa di sedano, prezzemolo).
Si
aggiunge la carne sempre con l'acqua già in ebollizione, per impedire la
fuoriuscita dei succhi e mantenere alla carne stessa aroma e sapore. La cottura
va continuata a piccolo bollore, senza interruzioni. Il tempo di cottura varia
secondo la qualità e la quantità della carne, ma di solito non supera le tre
ore.
Lo
zampone va posto nell'acqua la sera precedente, perchè la cotenna possa
ammorbidirsi e dissalarsi durante la notte. Il mattino dopo, per evitare che
durante la cottura si rompa la cotenna, punzecchiatelo con una forchetta in
alcuni punti e praticate con un coltello delle piccole incisioni sotto gli
unghielli. Avvolgetelo in una tela bianca che legherete con uno spago.
Mettete lo zampone, coperto da acqua fredda e senza aggiunta di sale e di "odori", nell'apposita zamponiera o in una pesciera che lascerete bollire adagio sul fuoco per circa tre ore. Saggiate con una forchetta la consistenza della cotenna e della carne e quando le sentirete cedevoli ma non troppo, lo zampone sarà pronto. Sfasciatelo con cura e tagliatelo a fette, che collocherete ben calde sul piatto da portata.
Mettete lo zampone, coperto da acqua fredda e senza aggiunta di sale e di "odori", nell'apposita zamponiera o in una pesciera che lascerete bollire adagio sul fuoco per circa tre ore. Saggiate con una forchetta la consistenza della cotenna e della carne e quando le sentirete cedevoli ma non troppo, lo zampone sarà pronto. Sfasciatelo con cura e tagliatelo a fette, che collocherete ben calde sul piatto da portata.
In
un'altra pentola piena d'acqua, lessate il codegotto a fiamma bassa. Prima va
bucato con la forchetta in diversi punti e avvolto in una tela sottile e
bianca, di cui legherete le estremità con uno spago. Immergetelo in una pentola
con l'acqua necessaria a coprirlo completamente. Quando l'acqua avrà raggiunto
l'ebollizione, abbassate la fiamma e lasciate cuocere lentamente. Terminata la
cottura, fate riposare il cotechino per qualche minuto nella sua acqua. Gettate
il brodo di cottura, sfasciate l'insaccato, tagliatelo a fette non troppo
sottili e deponetele su un piatto da portata.
Anche
la lingua richiede una preparazione a parte, va bollita da sola in una pentola con
verdure ed il brodo di cottura va gettato.
Lenticchie di Castelluccio stufate
Mettete
a bagno le lenticchie per 12 ore, se sono quelle fresche non serve. Preparate
poi un trito di carota, cipolla, sedano e mettetelo in una pentola con 2 o 3
cucchiai di olio, dei dadini di pancetta un pizzico di timo, maggiorana ed una
foglia d’alloro. Fate stufare un po' e poi aggiungete le lenticchie scolate,una
spruzzata abbondante di vino rosso e mescolate fino a che il liquido non
evapori. Aggiungete acqua o brodo fino a coprire le lenticchie. Cuocete per 1
ora e verso fine cottura salate, pepate e alzate un po' la fiamma per far
ridurre il liquido.
Salse:
Salsa stuzzicante
30 gr.pinoli
2 acciughe aglio
3 tuorli d'uovo sodi,
10 olive verdi snocciolate,
1 cucchiaio d'aceto,
100 gr. olio,
25 gr. pane grattugiato, sale.
Frullare il tutto regolando l'olio
Salsa dell'amore
100 gr. peperoni sott'aceto.
50 gr. parmigiano grattugiato ,
25 gr. pecorino,
100 gr di olio,
1 cucchiaio d'aceto una macinata di pepe e sale q.b.
Frullare bene il tutto
Salsa verde
100
gr di prezzemolo lavato ed asciugato
5/6 filetti d'acciughe
1 pizzico di capperi
un velo d'aglio
1 cucchiaio di pane grattuggiato
2/3 cucchiai d'aceto
1 patatina lessata
100 gr di olio circa
sale e pepe
Mettere nel boccale del frullatore tutti gli ingredienti tranne l'olio e
frullare per qualche secondo; unire l'olio fino alla giusta densità frullando
Dolce:
Torta di panettone di Giuliana
150 gr zucchero
4 tuorli
4 arance
15 gr gelatina
500 gr panna fresca
500 gr panettone
1/2 bicchiere Grand Marnier o Cointreau o altro liquore all'arancia
poco zucchero a velo o cacao dolce
Spremere 3 arance, filtrarne il succo e metterlo a scaldare in un pentolino.
Montare i tuorli con lo zucchero fino ad avere una crema gonfia e spumosa,
quindi versare a filo il succo d'arancia caldo.
Rimettere sul fuoco e fiamma dolcissima, meglio ancora a bagnomaria, e cuocere
finchè la crema velerà il cucchiaio.
Nel frattempo ammollare la gelatina, quando la crema sarà cotta,
strizzarla bene e unirla al composto mescolando bene perchè si sciolga
completamente.
Mettere la crema a raffreddare mescolando ogni tanto perchè non rapprenda.
Quando il tutto è completamente freddo, montare la panna e incorporarla delicatamente
alla crema.
Dal panettone ricavare due dischi.
Mettere il primo disco sul fondo di una tortiera apribile foderato di carta
forno, pennellare con il liquore e versare un leggero strato di crema.Affettare
l'arancia rimasta. Dividerla a metà, ogni metà ancora a metà e ricavarne delle
fette a mezzaluna sottili e possibilmente uguali. Allineare quindi le fettine
d'arancia lungo il bordo dello stampo e versare la restante crema. Mettere in
frigo a rassodare.
Quando è soda, bagnare il secondo disco di panettone col Grand Marnier dalla
parte che andrà a contatto con la crema.
Coprire quindi la crema solida col disco inzuppato e rimettere
in frigorifero.
Al momento di servire, sformare, spolverare leggermente di zucchero a velo o di
cacao dolce.
Si può variare mettendo il panettone a pezzetti nella crema, senza fare i
dischi. Oppure si può usare il pandoro foderando con le fette inumidite di
liquore uno stampo da zuccotto, riempire di crema e chiudere con altre fette di
pandoro
Vi
auguro un Buon Natale ed un sereno 2008.
che buone cose, in particolare,il cappone ripieno, i ravioli ,il bollito misto , le lenticchie stufate, gli antipasti... praticamente tutto
RispondiEliminai piatti classici sono sempre i migliori....
grazie per gli spunti sempre interessanti
un abbraccio
nico
Ciaoooo Nico!! Grazie cara!
EliminaUn abbraccione ed un bacio
Rimango sempre incantata quando passo di qui...Ottimi piatti e mi è piaciuto moltissimo anche il racconto.
RispondiEliminaGrazie cara!
EliminaUn bacio
Che meraviglia Bruna!!! Tutto perfetto.
RispondiEliminabacioni
Grazie Ale!
EliminaUn bacione!
Straordinario il racconto! Me lo sono letto con calma e commozione, così come mi sono gustata le ricette, alcune molto simili a quelle della mia famiglia, giacché la tradizione lombarda, si sa, va rispettata.
RispondiEliminaTi auguro un sereno periodo di festa, allietato dai canti natalizi e dai tuoi vivissimi ricordi, che tanto consolano e fanno bene al cuore.
Con affetto
eugenia
Cara Eugenia grazie per le tue gentili parole, scaldano dentro!
EliminaAuguro anche a te delle serene Festività con tutta la tua famiglia.
Un bacione
cara Bruna, leggere i tuoi post è sempre un piacere che rinnovo ogni volta che passo a trovarti...Le ricette che proponi sono sempre fattibili e precise,vien voglia di mettersi subito ai fornelli! Un bacione e buona domenica....
RispondiEliminaGrazie Chiara!! Sono ricette semplici legate alle nostre tradizioni.
EliminaUn baciotto
Bruna, con la speranza che ti possa fare piacere, ti ho donato il premio "Sunshine Award", sul mio blog.
RispondiEliminaBuona notte!
Ti ringrazio carissima, mi fa molto piacere!!
EliminaUn abbraccio!
Sì, cara Bruna, le tue foto sono golose e mi fanno venire una tale fame!!!
RispondiEliminaComplimenti per il blog e per il premio!!!
Ci sono anche io.
Baci
Elli
Grazie cara!! Intanto sbircio sul tuo blog...
EliminaUn bacione
complimenti per la collaborazione e che pranzo di quelli classici alla lombarda devo dire molto gradito, fantastici i tortelli io ho gradito quell'abbinamento un po' seplice tra i patè le pere e il caco :-)
RispondiEliminaSai caro Gunther che i miei ora vogliono sempre le fettine di cachi e di pere con il paté, ormai fa tutto parte degli obbligatori del pranzo di Natale.
EliminaGrazie e Buone Feste!
Tutto magico qui da te!
RispondiElimina;) grazie!!
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