Come mai proprio da me, vi chiederete.
La colpa è di Roberto Lucchinetti, l'artigiano della Pietra Ollare, con il quale avevo avuto modo di collaborare in precedenza.
- Per le riprese mi piacerebbe trovare una nonna, una "regiura", che cucina qualcosa col lavèc, ma non ne conosco...
mi disse informandomi dell'iniziativa.
- Però potresti farlo tu!!
Al momento mi sono sentita un po' inadeguata, non perché non ho ancora nipoti, l'età ci sarebbe, ma per le mie capacità d'affrontare un compito del genere.
Per farla breve ho accettato ed ho pensato di cucinare un bel coniglio nostrano "al lavèc", la nostra pentola di pietra ollare, con una cottura tipica della nostra zona: "in sguazèt", penso che in italiano corrisponda al "guazzetto".
Avevo preparato anche degli antipasti per un componente della troupe vegetariano, e a finire le "Castagne al lavèc con la panna"
Coniglio in sguazèt al "lavèc"
Ingredienti:
kg. 2 di carne di coniglio
100 gr. di lardo (o un pezzo di burro)
100 gr. di olio
2 cipolle
1 gambo di sedano
4 foglie di salvia
1 rametto di rosmarino
2 spicchi di aglio;
mezza bottiglia di vino bianco portato a bollore per
fargli perdere alcol e un po' di acidità
1/2 limone
1 cucchiaio di prezzemolo tritato.
Procedimento:
Ho messo il coniglio tagliato a pezzi a marinare nel latte
per una notte, affinché perda quel tipico odore che non a tutti piace.
L’ho rosolato, con il lardo e l’olio, in un lavéc (va bene
anche un coccio o una teglia) dopo averlo